Il gup del Tribunale di Trapani ha emesso stamattina la sentenza di non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste”, a conclusione dell’udienza preliminare, per i dieci indagati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si è chiuso così, dopo sette anni di indagini e a otto dalla prima denuncia, il procedimento penale nei confronti dei componenti dell’equipaggio della nave Iuventa, della ong tedesca Jugend Rettet, di Save The Children e di Medici Senza Frontiere.
Sulla vicenda la Procura di Trapani, lo scorso 28 febbraio, aveva chiesto il non luogo a procedere mentre i legali della difesa hanno chiesto l’assoluzione con formula piena e denunciato il carattere “politico” dell’inchiesta sostenendo che le indagini sono state “politicamente orientate” e che il Ministero dell’Interno ha esercitato una forte influenza sulla Procura.
I quattro indagati, tra cui il capitano della nave e la responsabile delle operazioni di soccorso, erano accusati di aver favorito l’immigrazione clandestina in tre diverse operazioni di salvataggio avvenute tra il 2016 e il 2017. La “Iuventa” fu condotta nel porto di Trapani e posta sotto sequestro nel 2017 dopo un salvataggio di migranti.
“Sette anni spesi inutilmente – ha commentato l’avvocato Nicola Canestrini al termine dell’udienza – il proscioglimento di oggi, perchè il fatto non sussiste, significa che il panorama accusatorio che noi ipotizziamo essere stato spinto da motivazioni politiche è del tutto infondato, perchè non c’è stato nessun elemento che abbia giustificato la criminalizzazione del soccorso, il sequestro della nave, e il fatto che in questi anni siano morte molte persone invece che essere soccorse”. VIDEO (Studio legale Canestrini)