“Caso aggressione Rizzi” a Fulgatore, la versione della famiglia

Parla la donna che, insieme ad altri familiari, è stata protagonista del violento alterco con l'animalista

“A questo punto, siete veramente in tanti a dimostrarci solidarietà e affetto, mi sembra doveroso spiegare come sono andati i fatti”, così esordisce la donna (di cui continuiamo a non divulgare l’identità) protagonista, insieme ad altri familiari, del violento alterco con Enrico Rizzi – alla presenza di due agenti della Polizia Municipale – che in tanti hanno potuto vedere in diretta sabato scorso, 8 maggio, sulla pagina Facebook dell’animalista trapanese.

La donna, in un lungo post su un gruppo che raccoglie gli abitanti della frazione trapanese di Fulgatore, dà la propria versione dei fatti nel merito dei quali, ovviamente, saranno le Autorità competenti ad entrare per appurare ogni tipo di eventuale responsabilità. Lo pubblichiamo integralmente.

“Sabato mattina mio marito stava andando al lavoro in campagna, questo cane malaticcio si è presentato davanti casa nostra. Miò marito più volte gli ha intimato di allontanarsi, ma il cane forse attratto dal cane di nostra proprietà, non ne voleva sapere. A questo punto, dato che lui sarebbe stato fuori tutto il giorno, temendo per la nostra incolumità, abbiamo fra l’altro una nipotina di 4 mesi a cui mia nuora fa fare delle passeggiate approfittando delle belle giornate, l’ha messo nel nostro recinto con il nostro cane, aspettando poi nel pomeriggio di decidere il da farsi. Io stessa a pranzo ho preparato da mangiare, come ogni giorno, per entrambi. Si vede che, nel frattempo, è passata qualche animalista e vedendo il cane malaticcio, ha chiamato Rizzi. Mio marito era appena arrivato, intorno alle 16.30, e loro erano già a casa mia con i Vigili urbani”.

“Rizzi – prosegue la donna – era con il suo avvocato e un ragazzo che faceva le riprese, non al cane ma a casa mia, riprendeva le targhe delle macchine, noi tutti e anche mia nuora con la bambina in braccio. Più volte gli è stato chiesto di non filmare, e di parlare da persone civili. Ma a loro questo non interessava, continuavano a filmare violando la legge sulla privacy. Del cane non gli importava.

A questo punto, mio marito già stava male di suo, anche perchè era stanco, l’amico di Rizzi si allontanava e continuava a filmare mandando il video in diretta, io ho purtroppo sbagliato. Ho preso la decisione, senza riflettere, di difendere la mia famiglia e soprattutto la mia nipotina, e cercavo di togliergli la telecamera dalle mani ma non ci sono riuscita. Sempre filmando e mandando il video in rete, in un secondo 1.500 persone avevano già visto il tutto, si sono allontanati verso la loro macchina e il cameraman si è rinchiuso dentro, e continuava a filmarci.

Rizzi ha chiamato l’ambulanza dicendo che stava male e uno dei vigili urbani, che mai hanno detto loro di smettere di filmarci, addirittura se n’è andato con l’ambulanza, ancora non ho capito il perchè.
Ha chiamato pure i Carabinieri di Trapani, infatti sono arrivate due pattuglie a sirene spiegate come se fosse successo chissà cosa, e ha detto loro che li avevamo aggrediti con bottiglie di vetro e una bombola a gas. Tutto inventato, niente di tutto questo era successo.
Ma lui è abituato a percorrere questo iter, in quanto dopo l’ambulanza, i Carabinieri, è pure andato al Pronto Soccorso a farsi refertare che stava male, addirittura accusava trauma cranico. Noi, tutta la famiglia pure stavamo veramente male, ma non abbiamo pensato a tutto ciò. Nel tutto, del cane nemmeno l’ombra.

Ha chiamato però un veterinario dell’ASP il quale ci ha informato che noi, in quanto il cane si trovava nel nostro recinto, dovevamo portarlo da un veterinario per farlo visitare. La legge dice così. L’abbiamo portato dal veterinario pagando una somma a mio parere abbastanza salata, ma l’abbiamo fatto. Ora, in attesa di una sistemazione per questo cane, noi ne abbiamo la tutela, e quindi mantenerlo e curarlo. Questo è tutto quello che abbiamo fatto per questo cane che non avevamo mai visto. Lui che cosa ha fatto se non filmare noi a casa nostra?

In più su di noi grava una denuncia penale, in quanto il cane si trovava nel nostro recinto. Infatti più tardi abbiamo appuntamento con il nostro legale, per farci consigliare sul da farsi. A dire il vero non avevamo bisogno, in questo specifico momento, di affrontare tutte queste spese, il tutto grazie al “signor Rizzi e la sua equipe”. Lui vive a quanto pare in questo modo. E a noi tocca la vergogna di tutto quello che ha fatto e in più affrontare delle spese che forse toccherebbero a lui, in quanto si dichiara ‘animalista’. Ringrazio comunque tutti, ancora una volta, di esserci vicini”.

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