Sempre più diportisti italiani dismettono la bandiera nazionale dalle loro imbarcazioni per immatricolarle nei Registri navali di altri Paesi con fiscalità agevolata. È questo il dato che emerge da un servizio condotto dai militari ella Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Trapani nell’ambito dei controlli effettuati nella fascia costiera compresa tra Marsala e Castellammare del Golfo e delle isole Egadi.
Le Fiamme Gialle hanno sottoposto al vaglio la posizione di decine di contribuenti proprietari di imbarcazioni da diporto che, alla ricerca di una burocrazia più snella e nel tentativo di nascondere il proprio bene al Fisco, le avevano cancellate dai registri italiani immatricolandole all’estero e omettendo la prescritta compilazione del quadro “RW” nella propria dichiarazione dei redditi.
Una legge del 1990 impone, infatti, al contribuente nazionale residente in Italia di dichiarare la proprietà o la disponibilità dei beni detenuti all’estero fra i quali rientrano anche i natanti e le imbarcazioni da diporto, suscettibili di produrre reddito in Italia.
La trasversalità dell’attività di indagine, basata sull’approfondimento dei controlli effettuati in mare, sul controllo incrociato con le banche dati e sulle acquisizioni documentali, ha consentito di far emergere capitali nascosti al Fisco italiano per un valore superiore a 18 milioni di euro, per i quali i responsabili saranno sanzionati con importi compresi tra i 500.000 e i 2,5 milioni di euro.