Con deliberazione n. 336 del 15 settembre scorso, il Comune di Trapani ha deciso un incremento della tassa di soggiorno per i turisti che da quest’anno saranno ospitati nelle strutture ricettive del suo territorio.
Ne abbiamo parlato con Luca Sciacchitano, operatore del settore turistico e promotore della petizione on line, per ascoltare schiaccia PLAY:
“Un aumento – si legge in una nota diffusa alla stampa da un gruppo di operatori del settore – che pone la provincia di Trapani tra le più care, in termini di tassa di soggiorno, tra le città italiane”.
La tassa di soggiorno viene riscossa dalle strutture ricettive e poi versata al Comune e i gestori temono di doversi trovare ad affrontare le,lamentele dei loro ospiti costretti, al loro arrivo, a sborsare somme di denaro non preventivate, con rischi di ricadute sul rating delle strutture e su tutto il settore turistico cittadino.
A questa tassa – sottolineano gli operatori – vanno sommati anche i recenti aumenti imposti dal governo nazionale in termini di cedolare secca, i rincari energetici, l’aumento delle rate dei mutui e, in generale, l’inflazione che rende sempre più difficoltoso gestire una struttura turistica garantendo al contempo qualità e servizi. Servizi che, a loro volta, sono messi costantemente in forse dalla cronica assenza d’acqua, foriera di ulteriori esborsi economici mai compensati dal Comune.
Per questo motivo un gruppo di gestori del settore ricettivo di Trapani ha deciso di lanciare una petizione online con lo scopo di chiedere alla giunta comunale il ripristino della tassa di soggiorno – per il 2024 e per gli anni a venire – con un ritorno alle vecchie tariffe e l’istituzione di un tavolo di confronto annuale o semestrale ad accesso libero con gli operatori turistici per pianificare assieme al Comune la destinazione della tassa di soggiorno (art. 4 del D.L. 14 marzo 2011 n. 23).
“Nel caso in cui l’Amministrazione non dovesse prendere in considerazione le legittime istanze dgli operatori – si legge nella nota diffusa alla stampa – gli operatori si riservano di adottare tutte le azioni civiche (manifestazioni, scioperi, disobbedienza fiscale) che l’ordinamento mette a disposizione a tutela del diritto al lavor”.
Il testo della petizione, con la possibilità di firmare online si trova a questo link.