Si è concluso il processo davanti al Tribunale di Trapani scaturito da una costola dell’inchiesta
denominata “Dirty affairs” – risalente a sette anni fa sui lavori di riqualificazione del porto di Castellammare del Golfo. Lo
A essere condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno – come riportato dal Giornale di Sicilia – sono stati Rosario Agnello e Domenico Parisi. Assolti dai relativi capi di imputazione, che a vario titolo erano di favoreggiamento, associazione a delinquere e interesse privato in procedura esecutiva, altri sette imputati tra cui figuravano l’ex vicesindaco di Alcamo Pasquale Perricone e Salvatore Fratello, fratello dell’ex deputato regionale Norino.
Al centro del processo la bancarotta di due società che hanno partecipato all’appalto, la “Nettuno” e la “Cea”. I giudici hanno riconosciuto provata la bancarotta fraudolenta della sola “Nettuno”.
Secondo l’originaria accusa si sarebbe messo in piedi un “comitato d’affari” che avrebbe portato al fallimento pilotato di queste due società, come era stato ipotizzato dalla Guardia di finanza, in seguito al sequestro del cantiere del porto per l’utilizzo di cemento depotenziato. Le Fiamme Gialle ricostruirono i fluissi di denaro delle società sostenendo che fossero state appositamente “svuotate” a favore di altre imprese. I prelievi in contanti e assegni dalla “Nettuno” erano stati quantificato in oltre 500mila euro.