Gli investimenti nel settore edile in Sicilia stanno rallentando drasticamente, con una diminuzione di circa 100 milioni di euro al mese. Attualmente, gli investimenti sono fermi a 5 miliardi di euro, mentre il problema dei crediti incagliati rimane irrisolto, ammontando a 500 milioni di euro solo per le imprese associate all’Associazione dei costruttori edili (Ance). Questa situazione ha portato a numerosi cantieri bloccati e ha impattato negativamente su tutta la filiera del settore, coinvolgendo una vasta gamma di aziende, dall’edilizia all’idraulica, dalla falegnameria alla ferramenta.
Il presidente regionale dell’Ance, Santo Cutrone, evidenzia che l’arresto dell’agevolazione fiscale per le ristrutturazioni di condomini e villette sta danneggiando la crescita economica della Sicilia. L’Isola ha visto una ripresa economica grazie anche al Superbonus, che ha stimolato l’attività edilizia e artigianale. Tuttavia, con la fine di questa agevolazione, si prevede un impatto negativo sull’intera filiera.
Santo Cutrone chiede al governo di considerare altre soluzioni per sostenere il settore edilizio, evitando di definire il Superbonus come “la più grande truffa ai danni dello Stato”, poiché le aziende edili strutturate non sono coinvolte in frodi di questo genere.
Inoltre, l’Ance Sicilia chiede un intervento congiunto da parte del governo regionale, nazionale e del sistema bancario per sbloccare i crediti del bonus 110% ancora fermi nei cassetti fiscali delle imprese. Questo importo ammonta a 500 milioni di euro, solo per le imprese associate all’Ance. La situazione sta colpendo duramente le aziende e ha portato a cantieri fermi da mesi.
L’effetto combinato dello stallo degli investimenti e dei crediti incagliati sta causando un impatto significativo su tutta la filiera edilizia, mettendo a rischio migliaia di imprese nell’Isola.