Cambia la denominazione di via Gladioli nel centro storico di Trapani: prenderà il nome del partigiano trapanese Giovan Battista Gianquinto, primo sindaco post Liberazione della città di Venezia e poi deputato, senatore del Pci per cinque legislature e giurista di fama.
Il decreto firmato dal sindaco Tranchida ha accolto la richiesta che la locale sezione dell’ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia) aveva avanzato nel luglio 2021. Un modo per onorare un grande trapanese ancora oggi amato e ricordato
dai veneziani, a distanza di oltre 35 anni dalla sua morte, per i grandi meriti che hanno accompagnato la sua attività.
Gianquinto ha vissuto a Trapani fino agli anni del liceo – frequento lo “Ximenes”- poi a Venezia per proseguire gli studi universitari presso la facoltà di Giurisprudenza di Padova. Tra queste due città si avvicinò all’attività politica contro il fascismo, prima con nell’ambiente repubblicano poi con il PCI a seguito della conoscenza fatta in carcere con il dirigente comunista Mauro Scoccimarro.
Gianquinto si unì alle formazioni partigiane e più volte fu arrestato. Durante i giorni della Liberazione, fu chiamato a far parte del CLN veneziano. Nel 1946, alle prime elezioni libere, venne eletto sindaco di Venezia di cui fu anche assessore e consigliere comunale.
Nel dizionario biografico dei politici veneziani si legge: “Gianquinto ha un rapporto privilegiato con i veneziani e i mestrini che si traduce nelle migliaia di preferenze che ottiene in ogni sorta di elezioni. Gianquinto, come altri pochi politici riesce ad interpretare e ad entrare in sintonia con il sentire della popolazione, in particolare nei settori più umili”.
La testimonianza più diretta si ha scorrendo l’album fotografico dei suoi funerali che fa parte del corposo curriculum che l’ANPI ha presentato a corredo della domanda. A Gianquinto il Comune di Venezia ha intestato una strada e il Palasport mentre una lapide in ricordo è stata posta all’entrata di Ca’Farsetti.
Allo stesso tempo “Giobatta” non tagliò mai i legami con Trapani dove risiedevano i suoi familiari e qualche volta, come ha confermato il figlio Antonino, è tornato a trovarli. Oggi quel filo si riannoda con la nomina di una strada a lui intestata. Anche Trapani da oggi ha una targa viaria intitolata ad un partigiano.