Ancora una volta Trapani ha salutato e rivissuto l’arrivo della “sua” Madonna dal mare. Un rito che si ripete da tempo e che si rifà alla leggenda legata alla presenza del simulacro in città.
Si vuole, infatti, che la statua provenisse dalla Siria e fosse di proprietà di un cavaliere templare pisano che, con la sua nave, fu costretto ad approdare a Trapani a causa di una tempesta e che la donò come ex voto al Senato cittadino, dopo il 1290.
Stasera, a partire dalle 21, al porto peschereccio, la cerimonia con l’arrivo della statua a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera. Poi il momento di preghiera guidato dal vescovo Pietro Maria Fragnelli e la processione fino alla Cattedrale San Lorenzo.
“Oggi Maria e il suo bambino sbarcano insieme sulle coste di Trapani! Oggi – ha detto il vescovo – li accogliamo con gioia facendo eco alla tradizione della nostra terra di marinai; oggi li accogliamo come un giorno Gesù accoglierà i piccoli”.
“Mettiamo al centro il mondo della fragilità amata e redenta: Maria e il suo Bambino Gesù. Mettiamo al centro il racconto delle loro grandi peripezie. Con loro accogliamo e ringraziamo san Giuseppe, uomo di continue migrazioni: migrante in Egitto per difendere la fragile famiglia, migrante a Nazaret per cercare lavoro e pane, migrante nell’abisso di Dio col suo normale bagaglio umano”.
“Benvenuta, Maria, su queste rive, madre migrante e dono esplosivo dello Spirito. Grazie – ha detto il vescovo in un altro passaggio della sua omelia – perché sbarchi ancora nelle nostre antiche comunità: a Trapani e Castellammare del Golfo, San Vito Lo Capo, Misiliscemi e Paceco, Erice, Custonaci e Valderice, Buseto, Calatafimi-Segesta e Alcamo, Favignana, Levanzo e Marettimo. Benvenuta, Maria! Riporta la tua fede coraggiosa nel nostro territorio. Liberaci da ogni paura: dalla paura di aprirci a noi stessi e alla nostra identità, dalla paura di aprirci a Dio che entra nella Storia”.
“Tu, Maria, sei la donna che viene tra noi per insegnarci il coraggio nella lotta contro il male. Tu, nuova Eva, sei la madre che ci rende veramente viventi, tu sei la benedetta che insegna la dignità di tutte le donne, sei l’unica che ha generato il Salvatore e ci apri ai fratelli dell’umanità intera”.
“O Maria – ha concluso monsignor Fragnelli – torna a noi come immagine della Chiesa universale, chiamata a contemplare e cercare, credere e servire: tu insegnaci a testimoniare il Signore risorto nei drammi dell’umanità sedotta dagli idoli della violenza e del potere. Tu sei la vergine, madre migrante del Salvatore, sei puro dono del Padre, oggi e sempre maestra di fiducia per noi tutti, migranti verso la pienezza della felicità”.