Il Consiglio Comunale di Trapani ieri sera ha approvato, nell’ambito della realizzazione della Zona Economica Speciale, il progetto di accessibilità al porto e all’area industriale, il cosiddetto “ultimo miglio”.
Ne abbiamo parlato in questa intervista che la deputata del Movimento Cinque Stelle all Assemblea Regionale Siciliana Cristina Ciminnisi ha rilasciato oggi alla redazione di TrapaniSì.it. Per ascoltare schiaccia PLAY:
Un dibattito che – commenta la parlamentare regionale trapanese del M5S – senza alcun approfondimento urbanistico d’insieme, s’è ridotto al voto per costruire una strada poco distante dalle ex saline Modica e del Collegio, sulle quali già insistono progetti di privati o ipotesi di edificazione prefigurati dal PUG, con il rischio di quello che tecnicamente viene definito un ‘cumulo di effetti’, sottovalutato dal Consiglio, chiamato a decidere ‘in fretta’ per esigenze tempistiche dettate dalla struttura della ZES: interventi, pubblici e privati, sugli ultimi spazi liberi da cemento e asfalto, residuo del sistema delle saline trapanesi”.
La parlamentare – in una nota diffusa alla stampa – chiede al sindaco Tranchida “di farci sapere come intende tutelare queste aree che possono salvare Trapani dalle alluvioni e necessarie per mantenere il già precario assetto idrogeologico della città”.
Ciminnisi, dopo aver seguito il Consiglio Comunale di ieri sera, ha annunciato un’interrogazione nella quale la Regione Siciliana è chiamata a chiarire quali forme di tutela ambientale e idrogeologica intenda prevedere per le ex saline Modica e del Collegio e per l’area retroportuale trapanese, limitrofe alla Riserva delle saline, per le quali l’ente gestore della riserva (WWF), non è stato adeguatamente coinvolto nelle procedure di valutazione.
“Se non si vorrà continuare a pagare nel futuro danni per le alluvioni – sottolinea l’esponente del Movimento Cinque Stelle – la Regione Siciliana per prima dovrebbe vigilare con più attenzione sulla pianificazione della Città e il sindaco Tranchida, dal canto suo, attivarsi per la revisione del Piano Assetto Idrogeologico, visto che le aree in questione, interessate da diverse forme di urbanizzazione, – prosegue Ciminnisi – sono un naturale bacino di assorbimento delle acque piovane e per questo andrebbero salvaguardate proprio a partire dal PAI”.
Secondo la deputata regionale “manca una visione complessiva del territorio ed ogni intervento, da ultimo la strada di collegamento della ZES, viene valutato singolarmente come se non producesse altri effetti se non quelli legati alla sua realizzazione. Come se ogni singola porzione di suolo non fosse collegata al suo intorno. Così è stato con le superfici originariamente indicate a verde pubblico, prossime alle via Virgilio, destinate ad una RSA e al progetto del sottopasso ferroviario. Rischiano di essere sottratte alla città con la stessa visione parziale l’ex salina Modica e l’ex salina Collegio, entrambe di proprietà privata, ma che assumerebbero anche una funzione di riequilibrio idrogeologico poiché in passato naturalmente vocate ad accogliere le acque meteoriche che da monte scendevano a valle attraverso il sistema dei canali a servizio delle saline. Recenti studi su Trapani, commissionati dallo stesso Comune, ne hanno suggerito la salvaguardia proprio in direzione di un naturale riequilibrio idrogeologico ed ambientale del delicato territorio urbano, soggetto ad allagamenti e alluvioni”.
Sulle saline Modica e Collegio insistono ipotesi anche di interventi edilizi da parte di privati previsti dalla programmazione urbanistica della città.
“Comprendiamo – dice la parlamentare – gli interessi legittimi dei privati e la proiezione di sviluppo economico e infrastrutturale della ZES – conclude la deputata regionale –, ma vorremmo fossero contemperati all’interesse pubblico dei trapanesi. Non si ripetano gli errori del passato. La Regione promuova un sopralluogo della CTS, nella zona dell’Ex Saline Modica e Collegio, avvalendosi di tecnici specializzati in materia di zone umide e lagunari e anche dell’Autorità di Bacino, per valutare le implicazioni idrogeologiche della zona, tenendo conto del cumulo degli effetti di progetti che insistono nella stessa area, e l’eventuale necessità di apposizione di un vincolo idrogeologico. E, non per ultimo, valuti la riperimetrazione della Rete Natura 2000, per garantire non solo una effettiva tutela naturalistica dell’area ma soprattutto una corretta valutazione delle conseguenze ambientali di interventi presenti e futuri su un’area strategica anche per la tenuta idraulica della città”.