Prima domenica del mese, ingresso gratuito nei siti regionali. Il Parco archeologico di Segesta propone due interessanti visite guidate a cura degli operatori di CoopCulture. “L’archeologo racconta il Tempio dorico di Segesta” alle 10.30 e 11.45 e “La Casa del Navarca tra mosaici e nuove scoperte” alle 16 e alle 16.45. Durante “L’archeologo racconta il Tempio dorico di Segesta” saranno fornite ai visitatori le coordinate storico-geografiche inerenti l’antica colonia elima di Segesta ed alcune tra le tradizioni storiche relative all’origine dei Segestani.
I visitatori seguiranno l’archeologo sino all’area del Tempio Dorico apprezzando il racconto inerente le modalità di costruzione relative a queste strutture sacre: la visita entrerà nel vivo con la disamina degli elementi architettonici peculiari dei templi innalzati in questo stile e con l’indicazione di tutta una serie di accorgimenti che rendono il monumento segestano un exemplum tra gli edifici sacri del suo tipo.
I visitatori scopriranno così che il tempio dorico in pietra ha in realtà un’origine lignea e che ogni elemento oggi scolpito aveva in origine una funzione portante ben La Casa del Navarca tra mosaici e nuove scoperte farà conoscere invece i risultati delle recentissime campagne di scavo. I visitatori, infatti, avranno modo di apprezzare i raffinatissimi mosaici e tanti particolari di quella che si pensava fosse la casa di un ricchissimo armatore romano: il Navarca Eraclio, personaggio storico del quale parla Cicerone nelle sue Verrine.
La domus presenta una pavimentazione unica nel suo genere, una sorta di antico gioco illusorio a tessere romboidali a tre colori, “sectilia” marmorei (bianco, celeste e verde scuro) che raffigurano una sequenza concatenata di cubi dall’effetto tridimensionale. Le recenti indagini archeologiche hanno sollevato dubbi sul fatto che questa possa essere una lussuosa abitazione romana risalente al I secolo a.C. quanto piuttosto un edifico di interesse pubblico, perché la recente scoperta di diversi lastroni di un’antica strada, che permetterà di riscrivere l’ampiezza dell’abitato di età ellenistica, sembra proseguire ben oltre e forse condurre ad un’agorà.
Gli archeologi che sono oggi impegnati nello scavo, non sono così certi infatti della proprietà dell’edificio e della sua funzione e vacilla quindi l’ipotesi che possa trattarsi di una residenza privata. Nel corso della breve visita, l’operatore di Coopculture avrà modo di riflettere insieme ai visitatori su quelle che oggi sono le ipotesi più accreditabili. Al termine della visita sarà possibile proseguire in autonomia, sempre sull’Acropoli sud, lungo la “via sacra delle edicole”.