Pubblicato in digitale su 240 Paesi il disco omaggio a Rosa Balistreri, “Pi nun perdiri lu cuntu”

A opera de "I Musicanti", il disco è disponibile da oggi su Spotify

Remixato e masterizzato da Antonio La Rosa e Gregorio Caimi, il disco da oggi è on line sulle maggiori piattaforme con l’etichetta toscana EmdabliuEm di Emanuele Chirco. Al suo interno undici canzoni con le quali I Musicanti di Gregorio Caimi celebrano l’arte di Rosa Balistreri e la sua sicilianità fatta di forza e dolore, di profondità ed elevata dignità umana. La copertina del disco è di Manolo Linares
Dipingere un affresco delle sfumature, i chiaroscuri e le policromie della cultura siciliana attraverso le più importanti e rappresentative figure della canzone “popolare” con l’ambiziosa intenzione di raccontare la sicilianità. Con questo spirito è nato “Pi nun perdiri lu cuntu”, disco de “I Musicanti di Gregorio Caimi” che da oggi è possibile ascoltare sulle piattaforme on line di 240 Paesi.
“Il disco – spiegano I Musicanti – è uscito nel 2007 in forma fisica. Da oggi, 20 settembre, remixato e masterizzato da Antonio La Rosa e Gregorio Caimi, si trova pubblicato in digitale dall’etichetta toscana EmdabliuEm di Emanuele Chirco, con la copertina di Manolo Linares”.
Rosa Balistreri, icona che rappresenta in maniera forte e diretta il rapporto difficile, di odio e amore, che molti siciliani hanno nei confronti della loro terra, è tra le figure predilette da I Musicanti. Rosa appartiene all’immaginario più profondo della sicilianità, personificazione del suo modello culturale e popolare.  Se Ignazio Buttitta rappresenta l’anima della Sicilia, Rosa Balistreri ne è la voce: interprete immortale e accorata dalla vocalità graffiante e profonda per la quale il poeta ha composto numerose liriche in un sodalizio artistico tra i più intensi. Lei cantava l’isola con le sue nenie, le cantilene, le filastrocche, i canti popolari della sua Licata che grazie a lei sono diventati di tutta Italia e restituiti a tutto il mondo.
E anche la data di pubblicazione non è casuale. “Il 20 settembre non è una data a caso – rivela il musicista marsalese Gregorio Caimi – oltre ad essere l’anniversario della morte di Rosa è anche l’anniversario della morte di Maria, mia madre. Due donne che hanno in comune tante cose, entrambe siciliane, una infanzia difficile, Firenze, tanta forza, la stessa data di morte e una visione progressista del mondo”.
“Io ho incontrato Rosa Balistreri a Firenze, circa 22 anni fa, in casa di un pittore mio amico – raccontava Ignazio Buttitta –. Quella sera Rosa cantò il lamento della morte di Turiddu Carnivali, che è un mio poemetto. Quella sera non la dimenticherò mai. La voce di Rosa, il suo canto strozzato, drammatico, angosciato, pareva che venissero dalla terra arsa della Sicilia. Ho avuto l’impressione di averla conosciuta sempre, di averla vista nascere e sentita per tutta la vita: bambina, scalza, povera, donna, madre, perché Rosa Balistreri è un personaggio favoloso, direi un dramma, un romanzo, un film senza volto”.
Da oggi anche I Musicanti portano Rosa nel mondo, con il suo graffio nella voce che è la rivendicazione di una donna che non ci sta ad essere “vinta”, che rovescia gli stereotipi e ferma la lamentazione, per urlare il suo diritto alla vita, alla dignità, al rispetto. È tutti i sud del Mondo che si rimettono in piedi tra le corde di una chitarra.

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