“La mia generazione è stata educata a curare l’intelletto e la ragione. Oggi è il tempo di imparare a prendersi cura del cuore”. Così il vescovo Pietro Maria Fragnelli questa mattina nel corso di un incontro che si è tenuto presso l’Istituto di Istruzione superiore “Sciascia e Bufalino” di Erice alla presenza del commissario dell’Asp Vincenzo Spera, delle primarie di Ginecologia, Laura Giambanco, e Neonatologia, Simona La Placa, dell’ospedale di Trapani, del dirigente scolastico Andrea Badalamenti e della presidente dell’associazione Co.tu.le vi. Aurora Ranno.
L’incontro è stata organizzato per parlare di cultura della vita, presentare l’iniziativa della “culla per la vita” (una è stata già installata all’esterno della parrocchia di San Pietro, l’altra collaudata da poco fuori l’ospedale Sant’Antonio Abate) e per parlare anche di guerra e della pace nell’ambito del percorso portato avanti dalla Diocesi in vista dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina.
“Tempestive e adeguate informazioni alla donna in gravidanza e interventi concreti in suo aiuto, anche di tipo psicologico, permettono di garantire il diritto alla salute di gestante e nascituro, un parto protetto nella struttura ospedaliera e la possibilità di esercitare una scelta libera e cosciente da parte della donna, se riconoscere o meno il bambino – ha spiegato Vincenzo Spera – a cominciare dalla possibilità di un percorso consapevole e assistito offerto dai Consultori del territorio. La culla per la vita è l’ultimo passo di un ampio percorso di informazione e formazione che richiede il contributo di tutti, per evitare situazioni che mettono a rischio il benessere di un’intera comunità”.
“Oggi parliamo di dono della vita attraverso la culla per la vita e lo facciamo nel mondo della scuola. L’idea – ha detto la neonatologa Simona La Placa – è quella di coinvolgere gli adolescenti su tematiche di sanità pubblica ed educazione sanitaria con l’obiettivo di rendere anche i più giovani informati su tematiche emergenti, dal calo delle nascite nel nostro Paese e tutte le problematiche socio-sanitarie ed economiche correlate e sul ruolo fondamentale della prevenzione e della contraccezione, dei rischi correlati alla gravidanza, soprattutto tra le giovani adolescenti, e sul parto in anonimato”.
“In ospedale, al momento del parto, serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare, anche dopo la dimissione, che il parto resti in anonimato, come è previsto dalla legge DPR 396/2000 art. 30″, ha sottolineato la ginecologa Laura Giambanco.
“Il primo conflitto spesso dimenticato e rimosso è quello contro noi stessi, da qui parte la prevenzione della violenza: “per arrivare prima del suicidio, prima dell’aborto, prima della guerra dobbiamo imparare il disarmare il cuore dalla guerra contro noi stessi prendendoci cura del cuore di ogni persona, non solo della testa – ha detto il vescovo Fragnelli – . Curare il cuore con l’affettività, intelligenza, volontà. Così il nostro cuore ospita il cuore di Dio e quello di ogni nostro fratello: dal nostro cuore iniziamo a fermare le guerre, quelle più visibili e quelle dimenticate, accogliendo i testimoni della non-violenza”.