Con la pronuncia della Corte di Cassazione dello scorso 7 febbraio, è diventata definitiva la condanna, per oltraggio a pubblico ufficiale e tentata violenza privata aggravata, emessa nei confronti del 63enne A.D.L.
L’uomo, nell’agosto 2015, dopo il sequestro preventivo di attrezzature balneari, effettuato dalla Guardia Costiera sulla spiaggia di San Vito Lo Capo su disposizione della Procura di Trapani per contrastare il fenomeno dell’occupazione abusiva di arenile demaniale, dato che il provvedimento aveva riguardato attività di cui erano titolari suoi familiari, aveva raggiunto i locali uffici della Guardia Costiera, chiedendo un colloquio con l’allora comandante, il primo maresciallo Tommaso Rallo.
Alla risposta che l’incontro non poteva avvenire nell’immediatezza per motivi di servizio del militare, D.L. era andato su tutte le furie prendendo ad insultarlo e minacciarlo in strada davanti agli uffici della Delegazione di spiaggia della Guardia Costiera e a diverse persone, molte delle quali turisti.
Dopo la denuncia dei fatti, il 31 ottobre 2018, il giudice monocratico del Tribunale di Trapani aveva assolto l’uomo ma la sentenza, il 18 marzo 2019, era stata appellata dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo con la richiesta di riaprire l’istruttoria dibattimentale, ritenendo necessario ascoltare di nuovo la testimonianza del militare, persona offesa.
Il 14 ottobre 2021 i giudici di secondo grado avevano condannato D.L. ad anno e sei mesi di reclusione – pena sospesa – al risarcimento del danno, quantificato in 3.000 euro, e al pagamento in favore della persona offesa, delle spese di entrambi i gradi di giudizio. La loro pronuncia è stata confermata dalla Corte di Cassazione che nel rigettare il ricorso presentato dell’imputato, ha reso definitiva la condanna.
Inoltre, la posizione del fratello dell’imputato, ascoltato in dibattimento come testimone, è stata trasmessa dai giudici di Appello alla Procura di Palermo per l’ipotesi di falsa testimonianza.
Nel processo il militare della Guardia Costiera si è costituito parte civile ed è stato assistito dall’avvocato trapanese Fabio Sammartano.
A.D.L. è uno dei due soggetti che, nel gennaio 2015, furono individuati come gli autori della distruzione – mediante un escavatore – di una parte di scogliera in località Macari, sempre nel territorio di San Vito Lo Capo, effettuata per rendere più “agevole” l’accesso al mare dalla porzione di spiaggia sulla quale l’uomo noleggiava ombrelloni e altre attrezzature balneari. I due, denunciati dai Carabinier e accusati di distruzione e deturpamento di bellezze naturali, non riportarono alcuna condanna per la sopravvenuta prescrizione del reato.