Nuovo record italiano di apnea in assetto variabile. A stabilirlo oggi, nelle acque di Sharm El Sheikh, in Egitto, raggiungendo la profondità di 105 metri, è stato il 28enne trapanese Giacomo Sergi che ha raggiunto la profondità record senza pinne, con l’ausilio di una zavorra e della sola aria nei suoi polmoni per poi riguadagnare la superficie tirandosi a braccia sul cavo.
Il record, imbattuto dal 2021, è stato validato dai giudici in base ai regolamenti CMAS (Confederazione mondiale apnea subacquea).
“L’apnea è una sfida contro sé stessi e le proprie paure. È uno sport che ti insegna a sviluppare una forte consapevolezza e connessione tra la mente ed il corpo. Il tuffo di oggi è per me un sogno diventato realtà”, racconta Sergi che prosegue: “La discesa è stata la parte più bella. Hai questo peso di circa 15 kg che tieni con una mano e che ti aiuta a scendere più velocemente verso la profondità dichiarata. In questa fase, che è durata poco più di un minuto, ho chiuso gli occhi, ho “spento” il cervello e mi sono concentrato sulla compensazione dei timpani che, all’aumentare della profondità, vengono spinti dalla pressione idrostatica dell’acqua. La discesa è stata la parte più facile fisicamente ma più difficile mentalmente! Il tuo cervello sa che quello che stai facendo è potenzialmente rischioso e le prova tutte per metterti i bastoni tra le ruote. Solo con una mente forte e allenata puoi riuscire a tenere a bada le paure, i dubbi e i pensieri negativi.
Arrivato sul fondo – prosegue il sub – ho lasciato il peso per iniziare una lenta risalita, usando soltanto le mie braccia per tirarmi sul cavo guida. La difficoltà, a questo punto, è stata rimanere concentrati sulla tecnica, sulla velocità e sul rilassamento. A quelle profondità, infatti, avviene un fenomeno detto ‘narcosi’, una sorta di stordimento causato dall’elevatissima pressione parziale dell’azoto nel sangue. Comunque, senza rendermene conto, ero già arrivato a 40 metri e lì ho incontrato i ragazzi dell’assistenza che mi hanno scortato fino alla superficie. È stato un tuffo bellissimo che mi ha lasciato delle sensazioni inspiegabili. Voglio ringraziare tutti gli amici e compagni che mi hanno accompagnato in questo percorso, ed in particolare i miei due coach Jun Matsuno e Tito Zappalà”.
Matsuno, apneista e medico iperbarico, ci racconta: “Per raggiungere profondità di questo livello, dove la pressione è più di 10 volte quella atmosferica, sono necessarie una preparazione fisica e mentale non indifferenti. Ci abbiamo lavorato insieme per quasi due anni, ovviamente in acqua ma anche con tante attività fondamentali come allenamento fisico, stretching polmonare, specifici protocolli di respirazione e una preparazione mentale mirata all’autoconsapevolezza. Il tuffo in profondità racchiude nella semplicità del gesto un insieme infinito di dettagli, questa è la magia di questo sport”.
Sergi ha iniziato la sua attività da agonista soltanto la scorsa estate, ottenendo due medaglie di bronzo ai Campionati Italiani di apnea e, dopo il tentativo di record, pianifica la partecipazione ad altre gare nazionali ed internazionali nella stagione 2024.