Nuove restrizioni anti covid-19, CIFA Trapani: “Il Governo regionale si faccia sentire per tutelare il tessuto produttivo siciliano”

CIFA Trapani alza voce e chiede al presidente della Regione Musumeci di protestare contro l'inserimento della Sicilia in "zona arancione"

“Nonostante la curva dei contagi da Covid-19 in Sicilia negli ultimi giorni mostri un continuo andamento decrescente, la nostra Isola, attraverso un decreto dell’attuale Governo nazionale, è passata da “zona gialla” a “zona arancione” e per le prossime festività pasquali, come previsto per le altre Regioni italiane con un indice Rt ben più alto rispetto alla Sicilia, passerà addirittura a “zona rossa”. Si tratta di una scelta incomprensibile e per la quale il Governo Musumeci dovrebbe, come del resto avvenuto con il precedente Governo nazionale guidato da Giuseppe Conte, mettere in campo tutta la sua Autorità al fine di evitando disuguaglianze di carattere sociale, territoriale e generazionale. Al tempo stesso auspichiamo che lo Stato, di concerto con la Regione, possa recepire e soddisfare le numerose richieste di sostegno (con i cosiddetti e tanto attesi “ristori”) provenienti dal tessuto produttivo siciliano messo ancora una volta a dura prova da provvedimenti che non sono calibrati all’attuale situazione di emergenza”. Ad affermarlo sono stati il presidente di C.I.F.A. Trapani, Gaspare Ingargiola, e il dirigente provinciale C.I.F.A. Area Legale Amministrativa e Civile, Filippo Inzirillo, che chiedono, a nome dell’intero Direttivo di C.I.F.A. Trapani, un incontro urgente con l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, al fine di conoscere quale sia la strategia del Governo Regionale nel far fronte nell’immediatezza a una situazione che rischia di aggravare ulteriormente il grave disagio vissuto in particolare dal settore della ristorazione le cui attività sono nuovamente limitate alla vendita con asporto, con divieto di consumazione, a qualsiasi ora, sul posto o nelle adiacenze dei locali.

“Il piano “Next Generation UE” – ha ribadito Filippo Inzirillo – con l’accesso ai 209 miliardi di fondi riconosciuti all’Italia dovrà essere accompagnato dall’adozione di una serie di riforme richieste da anni dall’Europa al nostro Paese, e rimaste di fatto inattuate: riforma fiscale, lotta all’evasione, piena attuazione della riforma delle pensioni, politiche attive del mercato del lavoro, revisione degli ammortizzatori sociali a oggi vigenti, riduzione della pressione fiscale sul lavoro ed efficientamento dei servizi della pubblica amministrazione”.

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