Tra i soggetti raggiunti dalle misure cautelari eseguite ieri nell’operazione antimafia “Scialandro”, c’è anche il 64enne ergastolano trapanese Pietro Armando Bonanno.
All’uomo, già condannato per associazione mafiosa e omicidio, i pm della DDA di Palermo hanno contestato il perdurare della sua affiliazione a Cosa nostra trapanese, mantenendo continui scambi con affiliati anche di altri territori, sia per interessi economici sia per la composizione di controversie e per il controllo del territorio. Bonanno, inoltre, per usufruire del regime della semilibertà, avrebbe attestato falsamente l’esistenza di rapporti di lavoro subordinato – cioè di essere stato assunto presso ditte – prima a Reggio Emilia e poi, dopo il trasferimento alla locale Casa Circondariale, presso una macelleria a Trapani.
In realtà, secondo gli inquirenti, il mafioso sarebbe stato il reale proprietario di quest’ultima attività solo fittiziamente intestata ad altro soggetto, anch’esso tra coloro che sono rimasti coinvolti nella recente operazione antimafia.
Vi è un altro episodio, di portata certamente minore rispetto al resto delle accuse, ma emblematico dal punto di vista della “mentalità mafiosa” ed è quello dell’estorsione che sarebbe stata compiuta ai danni di un ristoratore.
Bonanno, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, giudicando esoso il conto pagato in quel locale, non avrebbe esitato – forte del suo “prestigio” nell’organizzazione mafiosa – di imporre al titolare le scuse e il parziale rimborso di quanto pagato, proprio in ragione del “rispetto” dovutogli per la sua caratura mafiosa.
Avrebbe, quindi, contattato un sodale e gli avrebbe chiesto di avvicinare il ristoratore per fargli capire con chi avesse “sbagliato”. E in effetti, sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, il titolare dell’esercizio commerciale, recatosi personalmente presso la macelleria di Bonanno, gli avrebbe restituito la somma di 50 euro (su un totale di 80 euro di conto) scusandosi più volte – evidentemente intimorito dall’aver appreso con quale personaggio avesse a che fare – per non averlo riconosciuto.