La Corte dei Conti – sezione giurisdizionale per la Regione Sicilia, presieduta dal Salvatore Chiazzese, con la sentenza emessa lo scorso 9 agosto, ha definito il giudizio che vedeva coinvolto, fra gli altri, un noto ginecologo alcamese.
Nello specifico, la Procura regionale della Corte dei Conti aveva chiesto la condanna del medico al pagamento di 664.430 euro a titolo di danno erariale,
Secondo l’ccusa, il danno erariale era rappresentato dagli esborsi indebitamente subiti dall’ASP di Trapani a seguito della sentenza del Tribunale Civile di Trapani del 2021, giudizio nel quale il medico non era parte, che aveva condannato l’Azienda per responsabilità civile legata ad un episodio di malpractice sanitaria del 2009 ai danni di un neonato in occasione della sua nascita all’ospedale di Alcamo.
La Procura riteneva, infatti, sussistente la colpa grave in capo ai sanitari che avevano cagionato i danni fisici del bambino.
A seguito di un lungo e complicato iter processuale, nel quale è stato possibile riaprire la fase istruttoria con la nomina di una commissione medica, si è riusciti a dimostrare che il medico alcamese non aveva alcuna responsabilità, neppure in termini di colpa lieve, e che le patologie cui era affetto il neonato erano legate alla presenza di eventi fatali ed imprevedibili e, quindi, non alla inosservanza gravemente colposa degli obblighi di assistenza o di sorveglianza a cui i sanitari dell’ospedale di Alcamo erano tenuti. La consulenza medica ha ritenuto che il tempestivo intervento dei medici coinvolti ha consentito la sopravvivenza del neonato.
La Corte contabile siciliana, pertanto, ha rigettato la domanda condannatoria della Procura della Corte dei Conti ed ha conseguentemente dichiarato esente da responsabilità amministrativa il ginecologo alcamese. Si chiude, quindi, con la vittoria del medico la querelle che, all’epoca dei fatti, creò parecchio clamore nella comunità alcamese stante la notorietà del medico e anche l’ingente somma allora pagata dall’ASP di Trapani nei confronti dei genitori del neonato.
Il medico, assistito in giudizio dagli avvocati Vincenzo Pipitone e Dario Messina, entrambi del Foro di Trapani, ha sostenuto sin dall’inizio la propria assoluta innocenza, consapevole di aver fatto tutto il possibile per svolgere al meglio il proprio lavoro.
“Pur nella tristezza del fatto in sé – commentano gli avvocati Pipitone e Messina – e quindi delle gravi patologie che hanno interessato il neonato, siamo oggettivamente soddisfatti che la Corte dei Conti abbia restituito la dignità ad un onesto e stimato professionista, che da decenni ha sempre profuso con abnegazione le proprie energie al servizio dei pazienti, nell’interesse dell’intera utenza che si rivolgeva alle cure del nosocomio alcamese. Oggi, pensiamo di poter dire che è stata ricostruita l’immagine, come uomo e come lavoratore, del nostro assistito. Riteniamo che con questa pronuncia sia stata fatta giustizia oltre che ridata la meritata serenità ad un valido e apprezzato professionista”.