I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani hanno arrestato con l’accusa di associazione mafiosa Andrea Bonafede. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.
Oltre a consegnare all’ex latitante la sua carta di identità e la tessera sanitaria per consentirgli di accedere alle visite e alle cure mediche alle quali il boss doveva sottoporsi, Bonafede ha acquistato – per sua stessa ammissione – la casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza, gli ha fornito il bancomat permettendogli di fare delle spese, gli ha fatto comprare la Alfa Romeo Giulietta con la quale si spostava.
Prosegue, intanto, la ricerca di possibili bunker segreti del boss che, secondo gli inquirenti, aveva scelto Campobello di Mazara come suo rifugio da almeno tre anni.
I Carabinieri, utilizzando georadar, stanno scandagliando diverse abitazioni del paese tra le quali quelle di Antonio Luppino, figlio di Giovanni, l’imprenditore agricolo che, lunedì scorso, ha accompagnato in auto il capomafia alla clinica di Palermo dove poi entrambi sono stati arrestati. Il figlio dell’autista del boss, già sentito dagli inquirenti, non sarebbe al momento indagato.
Gli inquirenti hanno sentito anche il titolare della concessionaria di Palermo presso la quale Messina Denaro ha comprato la vettura. Il commerciante, viste le foto del capomafia sui media e riconosciuto il volto dell’acquirente, ha confermato che la macchina fu acquistata personalmente dal boss. Il veicolo, del quale sono stati trovati i documenti nell’ultima casa di Messina Denaro a Campobello di Mazara, era intestato alla madre di Andrea Bonafede.